da

Intervista a Silvia Devitofrancesco

Agosto 28, 2014 in Autori, Interviste agli Autori, Romanzi

 

logoautori

INTERVISTA A: Silvia DEVITOFRANCESCO

A cura di Giulio Buonanno
©  Riproduzione riservata

Listener

Silvia DevitoFrancesco

Breve biografia e pubblicazioni: Silvia Devitofrancesco è nata a Bari nel 1990. Ha conseguito la maturità classica e successivamente la Laurea triennale in Lettere (Curriculum “Editoria e giornalismo”). Sin da piccola ha coltivato la passione per la scrittura che ha sempre considerato affettuosamente una sorta di compagna di vita. Continua a leggere…
Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati in antologie. Si ricordino, a tale proposito, i racconti: “Semplicemente Elisabetta” nella raccolta “Senti_menti” (Libro aperto International Publishing); “Nero” contenuto nel volume “Scritture in libertà” (Il violino edizioni); “Amore, stupido amore”nella raccolta “L’amore è un’erba spontanea” (Alcheringa edizioni), “Sola” posto al termine del romanzo di Monica Portiero “Nora e il bacio di Giuda” (Butterfly edizioni), il racconto“Qui c’è qualcuno di troppo!” pubblicato nell’antologia “Romanticamente chick” (Libro aperto International Publishing”.

LO SPECCHIO DEL TEMPO” è il suo primo romanzo pubblicato a cura della casa editrice Libro aperto International Publishing.

 Listener (1)

 

Copertina del romanzo

Quale difficoltà ha incontrato nel contattare gli editori?
Non posso parlare di vere e proprie difficoltà. Il manoscritto del mio romanzo ha subito trovato il suo editore, da questo punto di vista sono stata molto fortunata!

Come ha scelto l’editore?
Ho scelto la casa editrice Libro aperto international publishing dopo aver letto alcune opere, che, ci tengo a precisare, vengono pubblicate senza alcun contributo da parte dell’autore. Mi ha colpito la professionalità, la gentilezza e la totale disponibilità del suo staff e, quindi, ho deciso di affidare loro il mio lavoro.

Ha dovuto aspettare molto per pubblicare il suo manoscritto?
Ho atteso alcuni mesi durante i quali si è svolto il lavoro di editing ed elaborazione grafica.

Qual è stata la scintilla che l’ha condotta a scrivere questo libro?
La genesi di questo libro, e quindi la sua scintilla, è legata a un evento estremamente importante della mia vita: la laurea. Mentre preparavo la tesi e compivo ricerche su monaci amanuensi, manoscritti e pergamene ecco che nella mia mente si è delineato il personaggio di Herminia e da lì l’intreccio del romanzo ha preso forma.

Come definirebbe il suo libro?
Mi piacerebbe definire il mio libro un ponte che collega il passato e il presente facendoli interagire. Nel mio libro passato e presente apparentemente si respingono, in realtà, si congiungono. A volte si guarda al passato come a un qualcosa di chiuso, che non potrà mai vivere nel presente, invece non è così! Il nostro mondo dominato dalla tecnologia non esisterebbe se non ci fosse stato un passato.

Cosa ritiene più importante in un libro?
Innanzitutto la trama. E’ necessario che un testo sia ben costruito dal punto di vista grammaticale e strutturale (personaggi, luoghi, situazioni…). Altro aspetto da non sottovalutare è il coinvolgimento emotivo del lettore che deve sentirsi sempre parte della vicenda, poiché, almeno nella mia concezione, la scrittura di evasione, quale è poi quella di un romanzo, deve suscitare emozioni.

Perché ha scelto questo titolo?
Ho scelto come titolo lo specchio del tempo, perché ho ritenuto che l’immagine dello specchio fosse la metafora perfetta per esprimere l’essenza del romanzo. Dinanzi allo specchio si ha il contatto diretto con se stessi e, quindi, con ogni parte del nostro corpo che sia essa visibile o nascosta. Siamo nudi, vulnerabili e liberi.

Ha voluto trasmettere qualche messaggio particolare? Se sì quale?
Non mi sento di parlare di un messaggio. Come ho scritto nella prefazione all’opera, auspico che la conoscenza e lo studio dei codici manoscritti, quali ulteriore mezzo di conoscenza del mondo antico, diventi patrimonio comune e non scelta di pochi.

Quanto tempo ha impiegato per portare a termine la sua opera?
Considerando la fase di stesura e, successivamente, quella del labor limae, circa sei mesi.

Come è nata la sua passione per la scrittura?
La mia passione per la scrittura è nata praticamente da quando ho imparato a scrivere! Mi ha sempre affascinato la possibilità di creare mondi diversi, storie ambientate in luoghi immaginari, personaggi fittizzi e farli vivere su un foglio di carta. Le mie prime storielle le ho scritte all’età di sette anni e poi, crescendo, ho coltivato questa passione che ora mi sta dando le prime soddisfazioni.

Oltre a scrivere libri ha qualche altra passione?
La lettura. Adoro leggere e divoro un libro in pochi giorni. Mi piace anche recensire i libri che leggo, interrogarmi sulle scelte stilistiche dell’autore.

Ha un nuovo progetto nel cassetto? Può regalarcene un’anteprima?
Ammetto che sto scrivendo qualcosa di nuovo, ma, per pura scaramanzia, preferisco che rimanga nel cassetto!

Cosa le piace di più?
Mi piace, come già detto, leggere, ascoltare la musica basandomi molto sui testi delle canzoni. Una canzone mi colpisce solo se ha un buon testo, se tra le note lancia un messaggio, se sa raccontare qualcosa. Mi piace viaggiare per conoscere posti nuovi con tradizioni e stili di vita, talora, assai diversi dal mio.

Cosa non le piace?
Non riesco a sopportare l’ipocrisia, perché credo nei rapporti umani.

C’è un motto, una frase o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?
Non ho una frase in particolare. Cambia a seconda di quello che vivo al momento. Attualmente è una frase di Ennio Flaiano “Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere”

Quale libro che ha letto negli ultimi anni e che gli è piaciuto di più?
Questa è una domanda alla quale è, per me, molto difficile dare una risposta. Ho adorato Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, la madre della narrativa di genere femminile. Ho apprezzato anche Chiara D’Assisi elogio della disobbedienza di Dacia Maraini, una delle Signore della letteratura italiana e come non citare anche Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci?

Cosa reputa fondamentale nella sua vita?

Scrivere (è ovvio!) e gli affetti.

logoautori

I commenti sono chiusi.

Vai alla barra degli strumenti