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Intervista a Davide URIA

Aprile 18, 2015 in Autori-Free, Interviste agli Autori

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Intervista a: Davide URIA

A cura di Giulio Buonanno  ©  Riproduzione riservata

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Breve biografia:  Davide Uria nasce l’11 febbraio 1987 a Trani, in Puglia. Nel 2005 vince il 3° posto al Concorso Nazionale di Poesia. Il 4 febbraio 2012 pubblica : A cosa serve un cuore? Edizioni Il Pavone, la sua prima raccolta di poesie, che riassume circa dieci anni di lavoro. Nel gennaio dello stesso anno cura un progetto artistico intitolato, Minuscule, presso il Palazzo Palmieri di Trani e il 29 luglio è selezionato per partecipare alla manifestazione: Notte di Poesia al Dolman di Bisceglie (Bt). Nel 2013 inizia a collaborare con la rivista indipendente Just Kids. Il 7 marzo è ospite della rassegna poetica ideata da Maurizio Evangelista, Parole di Poeta, presso il Teatro Mimesis di Trani. Il 16 luglio si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Bari con una tesi sulla progettualità nelle tele di Lucio Fontana dal titolo “Tagliato per l’arte”. Dopo aver seguito un master breve in comunicazione digitale da aprile 2014 inizia la collaborazione con il Mart di Rovereto, all’interno dell’ufficio comunicazione del museo. Attualmente è cultore della materia presso l’Accademia di Belle Arti di Bari.

 Pubblicazioni: 2012 – A cosa serve un cuore? – Edizioni Il Pavone – Messina

Davide Uria, autore del libro: A cosa serve un cuore?

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Come è nata la sua passione per la scrittura?

E’ una passione nata un po’ per caso, o comunque per la necessità di esprimere e comunicare me stesso, i miei dolori e le mie gioie.

Cosa l’ha spinta a iniziare a scrivere?

Tutte le poesie nascono da una pulsione molto forte, da fatti più o meno importanti accaduti nel corso della mia vita. Questa raccolta, scritta quasi in un decennio, è l’emblema delle motivazioni che mi hanno spinto, anima e corpo, a scrivere poesie, a esprimermi attraverso questo mezzo artistico. Le mie creazioni sono frutto di una rielaborazione della realtà, sono dei miscrospi che analizzano e reinterpretano, con una visione molto personale, delle esperienze vissute.

Cosa rappresenta per lei la scrittura?

Un antidoto ai mali del mondo, una terapia personale per alleviare le brutture e le ingiustizie della vita. Ma anche un modo per imprimere i miei pensieri o per raccontare la gioia vissuta in un determinato momento, di un regalo inaspettato, e non mi riferisco solo ai doni materiali.

 È molto tempo che si dedica a carta e inchiostro?

Se si considera il fatto che il testo è stato pubblicato nel 2012 e che è stato elaborato nel corso di quasi dieci anni, si è davvero tanto.

Quale difficoltà ha incontrato nel contattare gli editori?

Il giovane scrittore emergente ha davanti a sé una serie di notevoli ostacoli da superare. In realtà ’’A cosa serve un cuore?“  conserva in sé una storia abbastanza travagliata. Nel 2010 il testo ha visto una prima pubblicazione indipendente, ma dopo qualche tempo  ho sentito la necessità di iniziare a cercare una casa editrice reale, fatta di persone che lavorano e leggono i libri, che li valutano e che fanno il proprio mestiere seriamente, o almeno ci provano. La ricerca è durata circa un anno e alla fine ho trovato una casa editrice di Messina NOEAP, molto piccola e indipendente, che pubblica principalmente testi di autori emergenti.

Come ha scelto l’editore?

Edizioni Il Pavone è una realtà molto giovane, che si muove principalmente sul web, fattori che mi hanno indotto a propormi come autore ed a fidarmi del loro lavoro, in linea con i miei principi. Essendo una casa editrice che pubblica in digitale, ovviamente molto è stato fatto e tanto ancora ci sarà da fare per quanto riguarda l’aspetto social e la comunicazione online.

Ha dovuto aspettare molto per pubblicarlo?

Se non ricordo male è trascorso circa un anno da quando ho inviato il testo per la valutazione, alla   reale pubblicazione della mia raccolta tramite la loro casa editrice.

Qual è stata la scintilla che l’ha condotta a scrivere questo libro?

Ho iniziato a scrivere per esprimere un senso di disagio che sentivo dentro di me, per esternare dei pensieri, soprattutto scomodi, nei confronti della società. Le poesie della raccolta hanno tutte un filo logico, che le lega tra loro: la speranza di ritrovare dei sentimenti e degli ideali ormai perduti. Ogni poesia dipinge, in maniera differente, lo stato d’animo di un individuo che si ritrova costantemente a dover fare i conti con il mondo esterno, con la società.

Di solito trae ispirazione da fatti accaduti realmente o è tutto frutto della sua fantasia?

Scrivo di fatti accaduti durante la giornata. Alcune poesie invece sono la sintesi di un periodo molto più duraturo. A volte mi piace accostare delle immagini fantasiose alla realtà, per rafforzare il concetto o per ribaltare i significati.

Come definirebbe il suo libro?

Il mio testo è “concept book” che intraprende, attraverso la poesia, un breve ma intenso viaggio verso una risposta alla domanda che forse tutti quanti ci poniamo ad un certo punto della nostra esistenza: appunto “A cosa serve un cuore?”. E’ un libro sorto dal dolore e dalla voglia di ritrovare la serenità. Scrivere quindi è per me un pretesto per allontanarmi dalla monotonia quotidiana.

Cosa ritiene più importante in un libro?

Mi piace pensare alla persona che ha scritto un determinato libro: chi è? Come parla? Come sono i suoi occhi? In un libro è importante che ci sia sempre l’impronta dell’autore, il proprio vissuto, la propria impronta, stile e la propria visione sul mondo e sulla vita.

Perché ha scelto questo titolo?

’’A cosa serve un cuore?“ era in realtà il verso di una poesia, che poi alla fine non è stata inclusa nella raccolta. E’ una frase emblematica, che rappresenta in tutto e per tutto il progetto, dalla prima all’ultima poesia. Ho voluto, con questo titolo, comunicare il mio stato di emergenza ponendomi e ponendo una domanda, a cui non c’è una reale risposta, poichè sono dell’idea che ogni individuo dà valore e considera le cose in maniera personale e differente. Le poesie sono diventante una ricerca attorno alla domanda, delle risposte e soluzioni al grande enigma della vita.

Chi è stato il primo a sapere della sua passione e della sua opera d’esordio? Come ha reagito?

La mia famiglia, ma non ricordo la reazione. O forse non vi fu alcuna reazione.

Oltre a scrivere libri ha qualche altra passione?

Certamente! Mi interesso di arte contemporanea e della fruizione di essa tramite la comunicazione sul web. Scrivo di artisti su una rivista indipendente e creo da qualche anno delle illustrazioni legate tra loro da un fil rouge: una ricerca basata sulla creazione di un fantastico, ma ideale albero genealogico.

Ha un progetto nel cassetto? Può regalarcene un’anteprima?

Da gennaio ho ripreso a scrivere poesie, dopo un periodo di tentennamento, riferito al mio futuro. E’ stato uno slancio verso un nuovo progetto, che pian piano sta prendendo forma. Sarà una nuova raccolta caratterizzata da una scrittura più consapevole e diretta e una coscienza interiore rinnovata, sicuramente più matura. Si intitolerà ’’Vieni a cercarmi“  con particolare riferimento al concetto di ricerca, intesa in termini personali, professionali e sentimentali. Ho deciso, per questo progetto, di raccontarlo in corso d’opera e così è nata la collaborazione con il blog e-litMag, dove narro di volta in volta la genesi del testo, attraverso la pubblicazione di articoli e piccole anteprime, che potete trovare a questo link: http://www.e-litmag.com/author/davideuria/.

 

Cosa le piace di più?

Le cose che mi piacciono di più? Il mare, ma come elemento di ispirazione, è così immenso e pieno di insidie, mi piace perchè possiede un fascino e una forza che si percepiscono sempre in maniera differente, ogni volta lo si guarda. E’ come l’animo umano, pochi conoscono ciò che si nasconde nelle profondità degli abissi marini.

Cosa non le piace?

Non mi piacciono le forzature, il sentirsi obbligati a fare qualcosa. Scendo di rado a compromessi, anche se la vita ti mette continuamente alla prova, davanti a delle scelte e decisioni, che in realtà non vorremmo mai prendere.

C’è un motto, una frase o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?

Scrivo perchè un giorno,

quando ero adolescente,

guardai nello specchio

e non vidi nessuno.

Riuscite a crederci?

Assolutamente nessuno.

E allora, accanto a me, gli “altri”

hanno assunto una grande importanza.

di Rosario Castellanos

 

Quale libro che ha letto negli ultimi anni e che gli è piaciuto di più?

Mi piacciono molto i testi critici e i saggi di arte contemporanea. Però, mi dedico anche molto alla lettura di raccolte poetiche. In questo periodo ad esempio sto rileggendo ’’I passi dell’angelo“ di Rainer Maria Rilke. I miei autori di poesie preferiti e fondamentali per la mia crescita, dai quali traggo ispirazione, sono Artaud, Alda Merini e Garcia Lorca.

Cosa reputa fondamentale nella sua vita?

In questo periodo sono focalizzato sui miei obiettivi professionali e sulla mia realizzazione personale. Avere delle ambizioni, guardare lontano, oltre l’orizzonte ti rende più sicuro e rende la vita sicuramente più semplice e più chiara, seppur con tutte le difficoltà. Credo che anche questa pubblicazione sia il risultato finale di un sogno, la prova di come un’ambizione concreta, e non volatile, porti a qualcosa di reale. Vivere tra le nuvole è un privilegio che mi concedo solo quando scrivo, per il resto cerco di essere quanto più realista possibile.

 

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